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Un lutto che pesa: la morte di zia Silvana
Roberto Saviano torna a far parlare di sé, e questa volta lo fa in maniera molto personale. Dopo la recente scomparsa di zia Silvana, figura fondamentale nella sua vita, lo scrittore ha deciso di raccontare i suoi tormenti e sensi di colpa. In un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera, Saviano esprime chiaramente il dolore e il rimorso che lo accompagnano dopo la morte della zia, che considera quasi una madre. Durante i funerali, a cui hanno partecipato pochissime persone, Saviano ha realizzato quanto la sua vita e le sue scelte abbiano influenzato non solo la sua esistenza, ma anche quella della sua famiglia, costretta a lasciarsi alle spalle la propria terra.
Il peso delle scelte
Saviano racconta di come la sua famiglia, dopo il suo impegno contro la Camorra, sia dovuta emigrare dal Sud Italia, subendo l’isolamento e le insinuazioni della società. “La mia scelta l’hanno pagata altri”, afferma lo scrittore, evidenziando il peso che sente di portare. Le sue parole rivelano un profondo senso di colpa, un sentimento che ha afflitto la sua esistenza e che si è intensificato con la perdita di una persona così cara. In questo momento di fragilità, Saviano si interroga su ciò che avrebbe potuto fare diversamente, riflettendo su un percorso di vita che ha portato a conseguenze drammatiche.
La ricerca di senso in un mondo difficile
Durante l’intervista, Saviano si sofferma su un pensiero inquietante: “Ho la sensazione di aver sbagliato tutto”. La sua ambizione di illuminare le verità nascoste e di dare potere ai lettori sembra essere stata una missione fallita. Nonostante il suo impegno e il sacrificio, sente di non aver raggiunto gli obiettivi sperati. “C’è un’ossessione: con i libri, cambiare la realtà”, confessa, ma ora si chiede se questo sogno si sia trasformato in un incubo. Saviano si sente intrappolato in una situazione di isolamento, paragonandolo a una vita da ergastolano, sebbene non sia fisicamente in prigione.
Il controverso commento su Giorgia Meloni
Non mancano le polemiche nella vita di Saviano. Durante l’intervista, il tema del suo commento su Giorgia Meloni emerge con forza. “Volevo creare scandalo con quella parola”, spiega, difendendo la sua scelta di utilizzare un linguaggio forte per sottolineare la gravità della situazione dei migranti. Saviano non si tira indietro e rivendica il suo diritto di esprimere critiche forti, sostenendo che la sua lotta per la giustizia morale non può essere messa a tacere.
La solitudine dell’artista
Parlando di sentimenti più personali, Saviano ammette di sentire la mancanza dell’amore e della libertà che questo comporta. “Capisco cosa prova il gorilla rinchiuso”, afferma, evidenziando la sua sensazione di prigionia emotiva e psicologica. Le sue parole risuonano come un grido di aiuto, rivelando le crisi di panico che sperimenta quotidianamente. “Le 5 del mattino sono il momento più difficile della giornata”, racconta, descrivendo l’angoscia e la sensazione di impotenza che lo attanagliano.
Affrontare i pensieri oscuri
Infine, Saviano tocca un tema delicato: il suicidio. “Sì, ci ho pensato”, ammette, rivelando un lato vulnerabile e umano che fa riflettere. Le sue parole riportano alla mente il peso di una vita segnata da minacce costanti e da una battaglia senza fine. “Mi chiedo se non sarebbe meglio mettere il punto di una pallottola alla mia fine”, confessa, ma sottolinea anche la decisione di non cedere a quella tentazione. Saviano conclude con una nota di profonda rassegnazione, affermando che “da questa storia non ne esci”, lasciando il lettore con una sensazione di tristezza e impotenza.