La Terra dei fuochi continua a bruciare: l’appello disperato di Raffaele Cantone

Raffaele Cantone denuncia la persistenza dei problemi nella Terra dei fuochi.

La Terra dei fuochi continua a bruciare, e non parliamo di un barbecue estivo. Raffaele Cantone, procuratore di Perugia, ha lanciato il suo grido d’allerta a Napoli, sottolineando che, nonostante qualche progresso, la situazione è ancora un disastro. È come se tutti avessero chiuso gli occhi davanti a fumi tossici e rifiuti che continuano a danzare nell’aria, quasi a voler prendere in giro chi vive in quelle terre maledette.

Un quadro desolante

Neanche il tempo di godersi un po’ di ottimismo che, come un brutto sogno, riaffiorano le stesse crudeli realtà. Cantone non ha peli sulla lingua: i fumi dei roghi sono ben visibili dalla sua casa. È come se la natura avesse deciso di fare uno scherzo, ma non si può ridere quando si parla di vita umana. Eppure, incredibilmente, ci si chiede se le ecoballe siano state finalmente rimosse. La risposta è un bel no. E chi ci crede è un illuso. Sversamenti illegali? Presenti. La Resit, l’azienda che dovrebbe mettere in sicurezza l’area, è un miraggio. Insomma, siamo sempre lì, come un disco rotto che continua a ripetere la stessa canzone triste.

Miracoli e illusioni

Si può parlare di consapevolezza, certo, ma è solo un abbellimento di un quadro che rimane fosco. Cantone, con una certa ironia, fa riferimento alla condanna della Corte europea dei diritti umani all’Italia, sottolineando che gli abitanti della Terra dei fuochi sono stati messi a rischio. Ma chi se ne frega? “Credo nei miracoli”, dice il procuratore. E noi? Siamo pronti a credere nei miracoli mentre ci affogano nei fumi tossici? A volte sembra che la speranza sia solo un modo per non affrontare la dura realtà. La vita è così.

Un futuro incerto

Parlando del suo futuro, Cantone sembra avere le idee chiare. “A Perugia sto benissimo”, dice, ma non può fare a meno di lanciare il suo sguardo verso Napoli. Una città che lo chiama, ma che sembra anche un eterno dilemma. Se il Consiglio superiore della magistratura dovesse accogliere la sua domanda, il procuratore sarebbe felice di tornare. Altrimenti? Resterà a Perugia, come un amante tradito ma non del tutto disgustato. Un circolo vizioso, proprio come la situazione della Terra dei fuochi. E allora, mentre i fumi continuano a sollevarsi nel cielo, ci si chiede: siamo destinati a rimanere intrappolati in questo inferno di rifiuti e promesse non mantenute? La risposta, ahimè, è nell’aria, insieme a quel fumo tossico che ci avvolge ogni giorno.

Scritto da AiAdhubMedia

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