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Un’altra serata di divertimento si è trasformata in uno scontro violento. La discoteca Room 26, una delle più frequentate dell’Eur, è stata costretta a chiudere le sue porte per 15 giorni a causa di ripetuti episodi di aggressione. Ultimo in ordine di tempo, un 24enne aggredito da un gruppo di quattro ragazzi durante una lite. La situazione è degenerata in un attacco fisico che ha portato il giovane in ospedale con un setto nasale danneggiato.
Il racconto della serata e le conseguenze
È successo nella notte tra il 9 e il 10 maggio. Dopo la rissa, i buttafuori hanno dovuto intervenire per allontanare gli aggressori, ma ormai il danno era fatto. Il ragazzo, traumatizzato, ha subito denunciato i fatti ai carabinieri di Acilia, che hanno prontamente avviato un’indagine. Gli aggressori sono stati identificati e denunciati, mentre la Prefettura e il Questore hanno deciso per la chiusura temporanea del locale, già in passato teatro di episodi simili.
Ma non è tutto: il Room 26 non è nuovo a tali situazioni. Solo pochi mesi fa, un altro ragazzo era finito in ospedale a causa di una violenza, e la polizia aveva già dovuto intervenire per altri incidenti. Questi eventi hanno sollevato un campanello d’allarme, portando i carabinieri a emettere un cartello di chiusura ai sensi dell’articolo 100 del TULPS, la legge che regola le attività di intrattenimento.
La reazione della discoteca e delle istituzioni
In risposta a questa decisione, la direzione del Room 26 ha rilasciato una nota che cerca di chiarire la situazione. “Questa volta – si legge nel comunicato – la colpa non è del locale, ma di due ragazzi che, per una banale discussione legata a una ex fidanzata, si sono lasciati andare agli insulti e alla violenza. Niente di più, niente di grave, ma la responsabilità ricade sempre sull’attività”.
Il locale sottolinea come la sicurezza sia intervenuta immediatamente e che le forze dell’ordine siano state allertate. “Ma è incredibile che a pagare siano i lavoratori e i clienti che cercano solo di divertirsi in un ambiente sicuro”. Il messaggio è chiaro: la chiusura colpisce un’intera comunità di persone che lavorano e vivono di questo settore.
Le parole del vicepresidente del Municipio IX
La questione non è passata inosservata nemmeno tra le autorità locali. Augusto Gregori, vicepresidente del Municipio IX Roma EUR, ha commentato la situazione con toni preoccupati. Secondo lui, non si può semplicemente spegnere la notte e che è necessaria una visione più ampia che consideri cultura, regole e spazi sani per la socializzazione giovanile. “Punire le attività che rispettano le norme non è la soluzione. Dobbiamo lavorare insieme per creare un ambiente sicuro, non chiudere i locali”.
Gregori ha anche evidenziato l’importanza di distinguere tra chi lavora rispettando le regole e chi non lo fa. La chiusura indiscriminata non fa altro che favorire il degrado. Insomma, un cambio di paradigma è necessario. La sicurezza deve essere garantita, ma senza distruggere il tessuto economico e sociale della notte. Una riflessione che invita a ripensare le strategie di gestione della vita notturna, affinché certe situazioni non si ripetano.