Il patrimonio agricolo della Sardegna, e in particolare gli uliveti, rappresentano una risorsa di inestimabile valore sia per l’economia locale che per l’ambiente. Ma ti sei mai chiesto cosa accade quando un tesoro così prezioso viene abbandonato? Oltre 70 ettari di uliveto nelle località Surigheddu e Mamuntanas, alle porte di Alghero, versano in uno stato di degrado preoccupante. I terreni, attualmente invasi da sterpaglie e vegetazione secca, sono a rischio di incendi, minacciando un patrimonio agricolo che vale milioni di euro.
Un patrimonio in pericolo
Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli, non ha risparmiato parole nel denunciare questa situazione. «È inaccettabile – afferma con passione – vedere un patrimonio della collettività lasciato morire, senza manutenzione e senza una visione chiara per il futuro». Ma non si tratta solo di una critica: è un vero e proprio appello per un intervento concreto. «Non basta una fascia arata di 10 metri lungo il perimetro per risolvere il problema», aggiunge, sottolineando l’urgenza di azioni più incisive.
È lampante che l’immobilismo della Giunta Regionale, rappresentata da figure come l’assessore dell’Agricoltura Gian Franco Satta, contribuisca a questo degrado. Piana si interroga: perché questi oliveti non vengono affidati a chi ha le competenze per recuperarli e trasformarli in un’opportunità di lavoro? Qui emerge un contrasto stridente tra il degrado attuale e le potenzialità di sviluppo che questi terreni potrebbero esprimere.
Proposte per il rilancio agricolo
Ma il Centro Studi Agricoli non si ferma alla denuncia; ha anche in mente soluzioni concrete. «Siamo pronti a presentare ufficialmente richiesta per gestire direttamente questi terreni», annuncia Piana con determinazione. L’idea è quella di coinvolgere giovani disoccupati di Alghero e Sassari in un progetto di recupero produttivo, che non solo tuteli il paesaggio, ma rilanci anche l’economia agricola locale. Che ne pensi, potrebbe essere un’opportunità per i giovani sardi?
Il progetto punta a restituire vita a questi terreni abbandonati, trasformando un problema in un’opportunità. Non si tratta solo di creare posti di lavoro, ma di fare un passo significativo verso la sostenibilità agricola e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale dell’isola. Immagina un futuro in cui questi uliveti tornano a prosperare, contribuendo al benessere economico e sociale della comunità!
Un appello alla responsabilità
Piana conclude con un appello forte e chiaro: «Aspettiamo che qualcuno ci chiami. Se continueranno a restare zitti, ci faremo sentire noi, forte». Questo richiamo non è rivolto solo alle autorità locali, ma a tutta la comunità sarda. Gli uliveti, simbolo della tradizione agricola dell’isola, non possono essere considerati come beni di pertinenza esclusiva dei burocrati della Regione; devono essere visti come un patrimonio collettivo che merita di essere valorizzato e curato. Sei d’accordo?
Il messaggio è chiaro: è tempo di agire per fermare il degrado e trasformare un patrimonio dimenticato in un’opportunità capace di ridare vita a territori, persone e tradizioni. La Sardegna ha bisogno di un cambiamento, e la responsabilità di questo cambiamento è nelle mani di tutti noi. Non lasciamoci sfuggire questa occasione di rinascita!