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Ugo Benelli, novantenne e con un passato che lo ha reso uno dei tenori più celebri della storia della lirica, non smette mai di sorprendere con la sua ironia e le sue piccole follie. Ma chi se lo aspettava che un grande artista potesse ridere dei propri errori? La sua vita è un mix di successi, aneddoti stravaganti e una buona dose di autoironia. Come dimenticare l’epico racconto di quando si è ritrovato a portare a spasso il barboncino di Maria Callas, un compito che sicuramente non rientrava nel manuale del perfetto tenore? Eppure, questa è la vita di Benelli, un uomo che, tra un concerto e l’altro, ha sempre trovato il modo di rendere memorabile ogni momento.
Un inizio inaspettato
La sua carriera non è iniziata nel modo tradizionale. Cresciuto in una famiglia che gestiva un laboratorio di cappelli a Genova, Benelli non aveva proprio in mente di diventare un tenore, ma la vita ha un modo strano di sorprenderci. “Cosa fai quando tuo padre ti chiude le finestre mentre canti?” si chiede con un sorriso. La risposta è semplice, la vita ti spinge a trovare la tua voce, e così è successo a lui. Quella voce che ha fatto sognare migliaia di persone è emersa quasi per caso, grazie a una giovane vicina che ha riconosciuto il suo talento e lo ha spinto a prendere lezioni di canto. E così, mentre i suoi coetanei si godono la vita in spiaggia, lui si ritrova davanti a un maestro di canto. Geniale, non è vero?
Il grande salto alla Scala
Nel 1956, a soli 21 anni, la sua vita ha preso una piega inaspettata. Dopo aver vinto un concorso per entrare alla scuola di canto della Scala, è diventato parte di un club esclusivo. Ma non senza qualche aneddoto divertente. “Quando ho saputo di essere stato scelto, ho dovuto scoprire la notizia dall’usciere!” racconta con una risata. Un evento che ha cambiato il corso della sua carriera, ma anche il modo in cui affronta la vita e le sue sfide. La Scala era un palcoscenico da sogno, e lui era pronto a brillare, anche se con un pizzico di umorismo che lo ha sempre contraddistinto.
Il febbrone di Pavarotti
Un altro momento chiave è stato quando ha dovuto sostituire il grande Luciano Pavarotti. Immaginatevi la scena: il pubblico che si aspettava il grande tenore, e invece si è trovato di fronte Ugo Benelli. “Le reazioni?” chiede, un sorriso malizioso sulle labbra. “Un boato di disapprovazione, ma dopo l’aria dei nove do, la folla era in estasi!”. Quella serata ha segnato un punto di svolta nella sua carriera, trasformandolo da semplice tenore a star della lirica. Non è da tutti riuscire a conquistare il pubblico, specialmente quando il tuo nome è accostato a quello di un gigante come Pavarotti.
Riflessioni sulla carriera
Benelli ha ricoperto un centinaio di ruoli, eppure non ha mai perso il suo spirito giocoso. “A un certo punto, ero stufo di fare il romantico, volevo un ruolo da cattivo!” confessa, rivelando un lato inaspettato della sua personalità. E così ha fatto, interpretando ruoli più complessi e sfaccettati, dimostrando che la carriera di un tenore non è solo fatta di note alte e melodie romantiche. C’è anche un lato oscuro, una vena di follia che rende tutto più interessante.
Il teatro e la sua evoluzione
La Scala ha subito molte trasformazioni nel corso degli anni, e Benelli ha vissuto tutte queste metamorfosi. “Non posso credere che abbiano distrutto il piccolo teatro, un vero peccato!” esclama con una nota di disappunto. L’arte, per lui, è sacra, e vedere la sua distruzione è come un colpo al cuore. Ma nonostante tutto, Benelli continua a insegnare ai giovani talenti, sperando di trasmettere non solo la tecnica, ma anche l’amore per il palcoscenico e la cultura che lo circonda. La sua passione rimane intatta, e con essa, il desiderio di condividere la sua esperienza.
Il segreto del successo
Alla fine, cosa rende Benelli così speciale? La sua capacità di rimanere umile, nonostante una carriera che potrebbe far girare la testa a chiunque. “Non sono un divo,” dice, “sono solo un uomo che ama cantare”. Eppure, la sua storia è quella di un uomo che ha saputo trasformare la passione in arte, portando la musica nelle vite di molti. Con un sorriso, chiude il discorso con una frase che racchiude il suo spirito: “Alla fine, è tutto un gioco, e io sono qui per divertirvi!”