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In un momento cruciale per la democrazia italiana, Tomaso Montanari, Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, ha espresso un forte appello alla partecipazione attiva dei cittadini ai referendum riguardanti i temi del lavoro e della cittadinanza. La sua dichiarazione ha colpito per la chiarezza e la determinazione con cui ha sottolineato l’importanza di ripristinare diritti che, negli ultimi anni, sono stati indeboliti. Montanari ha esordito dicendo: “Non è un tema di schieramento politico, è un tema di attuazione della Costituzione.” Queste parole riecheggiano la necessità di un impegno civico che va oltre le divisioni politiche.
Il significato del lavoro nella Costituzione
Nel suo intervento, Montanari ha evidenziato come la Repubblica italiana sia fondata sul lavoro. Questo principio non è soltanto un ideale astratto ma deve essere visto come un fondamento pratico della società. Ha messo in luce come, nel corso degli anni, questo principio sia stato progressivamente eroso, evidenziando che è diventato troppo facile licenziare senza giustificato motivo. Ha descritto situazioni in cui i diritti dei lavoratori sono stati calpestati, dove le sentenze dei tribunali non vengono rispettate e dove si tende a cercare soluzioni che evitano le responsabilità da parte di chi gestisce i contratti di lavoro.
Critiche all’invito all’astensione
Montanari non ha risparmiato critiche nei confronti delle istituzioni, in particolare riguardo all’appello all’astensione da parte di figure di spicco. Ha sottolineato che un invito del genere, proveniente da chi occupa ruoli di grande responsabilità, è una chiara indicazione di una cultura democratica che necessita di riflessione. “Se il Presidente del Senato dice di non votare, dovremmo interrogarci sulla sua visione della democrazia”, ha affermato, lasciando trasparire una profonda preoccupazione per il futuro del dibattito democratico nel Paese.
Il tema della cittadinanza
Un altro punto cruciale del suo intervento è stato il tema della cittadinanza. Montanari ha sottolineato l’assurdità di situazioni in cui discendenti di italiani, che non conoscono nemmeno la lingua del paese, possano ottenere la cittadinanza, mentre chi vive, lavora e contribuisce attivamente alla comunità viene escluso. Questo, per lui, è un chiaro segnale di ingiustizia sociale, che richiede una risposta da parte della collettività. “È tempo di riprendere la parola come cittadini e cittadine”, ha esortato.
Un appello alla partecipazione collettiva
Montanari ha concluso il suo intervento con un forte invito alla partecipazione democratica. Ha ricordato che il voto è un diritto e un dovere di ogni cittadino. “Qui possono votare persone di qualunque orientamento. È la democrazia che ci chiama, e dobbiamo rispondere come cittadini e cittadine”, ha affermato, concludendo con una nota di speranza e determinazione. La sua chiamata è un promemoria che la democrazia richiede il coinvolgimento di tutti, non solo nei momenti di crisi, ma come parte di un impegno continuo per il bene comune.