Argomenti trattati
Immaginiamo la scena: tremila ragazzi, tutti uniti in un abbraccio di gioia e creatività, mentre il Tempio di Nettuno fa da sfondo a un evento che potrebbe sembrare un sogno, ma è pura realtà. Stiamo parlando della tredicesima edizione di School Movie – Cinedù, che si terrà il 10 e 11 luglio a Capaccio Paestum. Perché, diciamocelo, chi non vorrebbe essere parte di una festa così, dove il diritto alla felicità viene celebrato come una sorta di mantra collettivo? Eppure, non mancano le critiche, chi potrebbe mai pensare che un evento del genere possa avere un impatto reale?
Un cast stellare e una missione chiara
Quest’anno, il parterre di ospiti è di tutto rispetto: nomi come Luca Abete e Alessio Boni si alternano a figure emergenti come Alessio Lapice e Pia Lanciotti. Ma, davvero, chi se ne frega? La realtà è che dietro questo glamour si nasconde un intento educativo, che ha il potere di trasformare i giovani in veri e propri narratori del mondo. Con ottanta cortometraggi in gara e una rappresentanza regionale che si estende ben oltre la sola Campania, l’evento si preannuncia come un crogiolo di storie che, ahimè, rischiano di finire nel dimenticatoio.
Un programma ricco di eventi
La presentazione ufficiale avverrà su una nave da crociera, un tocco di lusso che fa rabbrividire chiunque si aspetti un festival semplice e genuino. Anche qui, la domanda sorge spontanea: è davvero necessario tutto questo? Ma chi se ne importa! L’importante è il programma: laboratori creativi, spettacoli teatrali e talk su abitudini sane. Stiamo parlando di un festival che si propone di non solo intrattenere, ma anche educare. E mentre i ragazzi si divertono, noi ci chiediamo: quanto di tutto ciò rimarrà impresso nelle loro menti?
Il tema centrale: la felicità
La felicità, parola d’ordine di questa edizione, è più di un concetto astratto. È una ricerca, un diritto, un’opportunità. Eppure, guardandomi attorno, mi chiedo se davvero i giovani sapranno cogliere il significato profondo di questa parola. La collaborazione con il Banco Alimentare, che promuove il concetto di abbraccio come simbolo di cura e solidarietà, è lodevole, ma a che prezzo? Non basta un abbraccio per risolvere i problemi del mondo, ma è un inizio, non credete?
Categorie in concorso: una vera sfida
I cortometraggi in concorso non sono solo opere artistiche, ma veri e propri manifesti di una generazione che cerca di farsi sentire. Temi come bullismo, inclusione e rispetto per l’altro sono affrontati con una freschezza che, a volte, sfida le convenzioni sociali. Ma chi può dire se questi messaggi penetreranno realmente nel cuore di chi li guarda? Eppure, il tentativo è lodevole, perché, in un’epoca di superficialità, qualcuno deve pur provare a fare la differenza.
Un futuro incerto ma promettente
Le proiezioni dei cortometraggi avverranno in un contesto che promette di essere tanto suggestivo quanto educativo. E mentre i ragazzi si preparano a calcare il palcoscenico, noi, da spettatori disinteressati, ci chiediamo: sarà davvero un successo? O sarà solo un’altra occasione sprecata nel mare di eventi culturali che affollano il nostro panorama? Ma, in fondo, chi se ne frega? La vita continua, e il festival va avanti.