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Ornella Vanoni, figlia di un industriale farmaceutico, ha avuto una vita che sembra scritta da un romanziere di mala. Dopo aver studiato dalle Orsoline, ha girato l’Europa con sogni di bellezza e cura della pelle. Ma chi l’avrebbe mai detto che si sarebbe ritrovata a calcare i palcoscenici con l’aria da diva e un compagno di vita che era un maestro del teatro? Tornata a Milano nel 1953, si iscrive all’Accademia di arte drammatica del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler e, in un batter d’occhio, diventa l’allieva prediletta e, udite udite, la compagna. Già, perché nella storia di Ornella, il sesso e l’arte si intrecciano in un modo che fa sembrare le soap opera roba da principianti.
Un amore scandaloso e il debutto in scena
«Sono stata una ragazza inventata. Inventata dagli altri». Ecco la confessione di una donna che si è trovata a vivere nel vortice della fama e degli amori proibiti. Quando nel ’55 diventa la compagna di Strehler, il mondo del teatro italiano non sa se scandalizzarsi o applaudire. Aveva vent’anni e il maestro era sposato, un contesto in cui il divorzio era un’utopia e l’amore libero? Un tabù. La madre di Ornella si disperava: “Così ti rovini, ti devi sposare…”. Ma chi ha tempo per i matrimoni quando si è travolti dalla passione?
Il debutto da cantante e le canzoni della mala
Il 1956 segna l’inizio di una carriera che non ha nulla da invidiare a un romanzo di avventura. Debutta come attrice in “Sei personaggi in cerca d’autore” e, solo un anno dopo, inizia a cantare. Ma non le solite melodie sdolcinate, oh no! Le canzoni della mala, un’idea che fa storcere il naso ai benpensanti. “Mi mette a cantare ballate nell’intervallo dei Giacobini, sai quando gli spettatori tossiscono? Be’: alla faccia sua, è un trionfo”. E chi se ne frega delle convenzioni. Con la sua voce intensa e le sue interpretazioni sensuali, Ornella conquista il pubblico, ma anche qualche critica snob che la accusa di snobismo alto-borghese. Ma cosa importa? Il successo è successo, e l’arte è un gioco per chi non ha paura di sporcarsi le mani.
Amore e disastri: la vita matrimoniale
Nel 1960, la nostra protagonista si innamora di Gino Paoli, un amore che sembra destinato a bruciare come un fuoco d’artificio. Ma, oh sorpresa, sposa Lucio Ardenzi, un’impresa teatrale che non la fa sentire affatto felice. “Quel matrimonio fu un errore. Ero innamorata di Gino”. La vita di Ornella sembra un dramma greco, e il suo cuore una pedina in un gioco di scacchi sentimentale. Mentre il suo primo singolo “Cercami” la catapulta verso il successo, il matrimonio affonda come un Titanic. Ma chi ha tempo per piangere? Il palcoscenico l’aspetta, e Ornella, con la sua voce unica, continua a brillare.
Il trionfo e il potere della musica
Gli anni ’70 sono un periodo d’oro per la Vanoni, che partecipa a Sanremo e calca le scene internazionali. “Eternità” e “L’appuntamento” diventano successi planetari. Ma non è solo la musica a farla brillare. La sensualità di Ornella esplode come un bunga bunga in un locale notturno, e i suoi concerti si trasformano in eventi indimenticabili. Con Gino Paoli al suo fianco, la Vanoni conquista il pubblico e i cuori, mentre la sua immagine evolve da ragazza della mala a diva sofisticata. Ma perché fermarsi qui? La vita è un palcoscenico e Ornella sa come muoversi.
La reinvenzione e le nuove sfide
Negli anni ’80, la Vanoni non si ferma. Con la CGD al suo fianco, pubblica album che sono opere d’arte, esplorando il jazz e collaborando con i più grandi nomi della musica. Ma la sua carriera non è solo musica; è un viaggio tra emozioni e scelte audaci. Ornella, con il suo spirito indomito, si reinventa e continua a deliziare il pubblico, dimostrando che l’età è solo un numero e che il palcoscenico è un regno che le appartiene.
Un’icona senza tempo
Oggi, dopo oltre sei decenni di carriera, Ornella Vanoni è un’icona della musica italiana. La sua vita è un mix di amori, successi e anche qualche caduta. Ma chi se ne frega? Ogni volta che sale sul palco, lo fa con la passione di una ragazzina e l’esperienza di una donna che ha vissuto ogni emozione fino in fondo. E così, mentre il pubblico applaude, lei sorride, perché sa che, alla fine, l’amore e la musica sono le uniche cose che contano davvero. E voi, che ne pensate? La vita di Ornella è un esempio da seguire o solo una favola moderna?