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Il panorama legislativo italiano ha recentemente subito un cambiamento significativo riguardo alla maternità surrogata, una pratica di procreazione assistita che ha suscitato dibattiti e controversie. Il Senato italiano ha approvato una legge che considera la gestazione per altri un reato universale, portando a sanzioni severe per coloro che, dopo aver utilizzato questa pratica all’estero, tornano nel Paese.
La nuova legge sulla maternità surrogata
Il 16 ottobre 2025 segna una data cruciale per la legislazione italiana, con l’approvazione finale da parte del Senato di un provvedimento che modifica l’articolo 12 della legge 40 del 19 febbraio 2004. Questa norma prevede pene che vanno da tre mesi a due anni di reclusione, accompagnate da sanzioni pecuniarie che possono raggiungere fino a un milione di euro per chi realizza o pubblicizza la commercializzazione di embrioni o la maternità surrogata.
Motivazioni alla base del provvedimento
La legge, firmata dalla deputata Carolina Varchi di Fratelli d’Italia, nasce dall’esigenza di prevenire che il divieto di maternità surrogata vigente in Italia venga aggirato attraverso pratiche estere. Il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, ha sottolineato l’importanza di questa legge nell’evitare che i genitori possano commissionare un bambino all’estero per poi riconoscerlo in Italia.
Cosa comporta la maternità surrogata?
La gestazione per altri, conosciuta anche come maternità surrogata o utero in affitto, è un metodo di procreazione assistita che prevede che una donna, la madre surrogata, porti a termine una gravidanza per conto di una coppia o di un singolo. Questo processo di solito implica un contratto formale in cui la madre surrogata rinuncia ai diritti sul bambino, impegnandosi a consegnarlo alla coppia richiedente.
Le diverse modalità di maternità surrogata
In genere, i gameti utilizzati provengono dalla coppia richiedente, sebbene non sia raro ricorrere a donatori esterni. Esistono diverse combinazioni che possono coinvolgere ovuli della madre surrogata e spermatozoi del padre, creando così una varietà di scenari possibili. Tuttavia, il termine utero in affitto è spesso associato a una connotazione negativa, suggerendo un possibile sfruttamento economico della maternità.
La legislazione sulla maternità surrogata non si limita a definire reati e sanzioni; essa ha anche un forte impatto sulla società e sulla percezione delle famiglie. Le coppie, sia eterosessuali che omosessuali, che desiderano avere figli si trovano a fronteggiare non solo questioni legali, ma anche etiche e morali. La legge, pertanto, regola non solo l’aspetto legale della maternità surrogata, ma riflette anche una serie di valori culturali e sociali in evoluzione.
Le reazioni della società
La comunità LGBTQ+ e diversi gruppi di attivisti hanno manifestato il loro dissenso contro queste normative, sostenendo che la legge discrimina le famiglie non tradizionali. Recentemente, si sono svolte manifestazioni a Milano per protestare contro le restrizioni alle registrazioni dei figli di coppie dello stesso sesso, segnale di un malcontento crescente nei confronti delle politiche attuali.
Le recenti modifiche legislative sulla maternità surrogata in Italia evidenziano un conflitto tra desideri individuali e valori sociali, sollevando interrogativi importanti sulla libertà di scelta e sui diritti delle famiglie. Mentre la società si evolve, il dibattito su questo tema è destinato a continuare, richiedendo un’attenta riflessione e un dialogo aperto.