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Quante volte abbiamo sentito parlare di maschi veri? Eppure, chi sono realmente? Nella nuova serie Netflix “Maschi veri”, in arrivo il 21 maggio, quattro uomini si confrontano con le loro insicurezze e i loro fallimenti, in un mix di ironia e riflessione. Da Lastrico a Martari, passando per Montanari e Sermonti, i protagonisti affrontano la loro crisi di mezza età in un modo che fa ridere e, allo stesso tempo, riflettere. Ma cosa significa essere un uomo oggi? E, soprattutto, cosa resta dei cliché legati alla mascolinità?
Il ritratto di quattro amici
Lastrico, Sermonti, Martari e Montanari sono quattro amici che, apparentemente, hanno tutto: carriera, relazioni e successi. Ma, come spesso accade, le apparenze ingannano. Ognuno di loro vive una crisi personale profonda, tra tradimenti, disillusioni e la difficoltà di comprendere le proprie compagne. “C’è chi tradisce, chi si lascia andare, chi si sente superuomo e chi pensa solo ai soldi”, afferma Montanari, riassumendo perfettamente il dramma maschile che permea la serie. In questo contesto, la domanda che sorge spontanea è: la parità di genere è davvero raggiunta o siamo ancora lontani?
Mascolinità, tradimenti e verità scomode
Ogni personaggio rappresenta un diverso aspetto della mascolinità contemporanea. Montanari, per esempio, descrive il suo personaggio come un uomo che vive in un costante conflitto tra il desiderio di libertà e la necessità di mantenere la sua relazione. “Tradisce giustificandosi con l’idea che per l’uomo è naturale, mentre per la donna non lo è”, spiega. Sermonti, invece, racconta Luigi Gatti, un uomo che, pur essendo presente nella vita quotidiana, dimentica l’importanza di alimentare il proprio rapporto amoroso. “Il mio personaggio è quello più pericoloso, perché ama la moglie, ma non sa dimostrarglielo”, aggiunge. Questa rappresentazione mette in luce una realtà scomoda: gli uomini, spesso, si perdono nei loro impegni e nelle loro giustificazioni.
Il riflesso della società moderna
“Questa serie non offre risposte universali, ma piuttosto pone domande”, sostiene Sermonti. E, in effetti, la comicità che pervade “Maschi veri” è un modo per affrontare in modo leggero tematiche pesanti. La serie esplora il maschilismo che, in fondo, non ci rendiamo nemmeno conto di perpetuare. Montanari sottolinea come, spesso, certi comportamenti siano mascherati da battute divertenti, ma che in realtà celano una timidezza e un’incertezza profonde. “Siamo uomini, sì, ma anche fragili”, ammette con sincerità.
Rivoluzioni quotidiane e consigli ai personaggi
Ma cosa fare per cambiare la narrativa? “Io ho appena cambiato la tavoletta del water”, afferma Sermonti con un sorriso, rivelando una piccola grande conquista. “Le piccole rivoluzioni quotidiane possono cambiare il rapporto uomo-donna”. Montanari, dall’altro canto, sta imparando a stirare. Un gesto semplice, ma che rappresenta un passo verso la parità in casa. E se potessero dare un consiglio ai loro personaggi? “Ascoltate le vostre compagne e cercate di capire le loro esigenze”, è l’invito che emerge, sottolineando l’importanza della comunicazione.
Un cambiamento di prospettiva
Interpretare questi ruoli ha portato i protagonisti a riflettere su se stessi e sulle proprie convinzioni. Lastrico, per esempio, ha notato come il suo modo di fare comedy si sia evoluto. “Non riproporrei certi pezzi che scrivevo nel 2010, ora ci sono limiti e sensibilità che prima non consideravo”. Un cambiamento che riflette una società in continua evoluzione, dove il linguaggio e le dinamiche relazionali sono in costante trasformazione. “La difficoltà di esprimere certe cose è un argomento in sé”, conclude, lasciando aperta la porta a nuove riflessioni.
Infine, un tema attuale: i social media. Come si rapportano con questo mondo? Sermonti, che non ha account, spiega di sentirsi “fuori” da questo universo. Martari, invece, trova che i social siano un modo per condividere la sua vita, anche se talvolta si sente intrappolato. Montanari, con un sorriso, ammette di essere un po’ un boomer in questo campo, ma riconosce l’importanza di saper comunicare anche al di fuori dello schermo. “La verità sta nel corpo”, dice, sottolineando come le interazioni reali siano insostituibili.