La crisi della moda al Pitti Uomo 2025: un disastro in piena mostra

Un'analisi cruda e satirica della situazione attuale nel mondo della moda maschile.

È un momento di crisi? Certo, e chi lo nega? La calzatura fermana, simbolo di eleganza e tradizione, si trova a dover affrontare un mercato in subbuglio. Il Pitti Uomo 2025, con la sua celebrazione della moda, si trasforma in un campo di battaglia dove i brand devono combattere contro venti contrari che sembrano non dar tregua. Con oltre 730 marchi in vetrina, il 43% dei quali esteri, ci si aspetterebbe un festeggiamento, ma la realtà è ben diversa. Le aziende di Montegranaro, cuore pulsante della calzatura maschile, si preparano a navigare acque tempestose, mentre i buyer, sempre più avari, stringono i cordoni della borsa.

Le aspettative al ribasso

Giampietro Melchiorri di Gal.men non ha peli sulla lingua: le aspettative per questa edizione di Pitti Uomo sono più basse di un calzino bucato. La situazione geopolitica è in caduta libera rispetto all’anno scorso, e il mercato si è bloccato, come un amante in crisi. Le vendite della stagione estiva 2025? Moderatissime, per non dire ridicole. Le aziende cercano di rinnovarsi, di stuzzicare i buyer che, con budget sempre più ridotti, sembrano più interessati a risparmiare che a spendere. Ma chi lo sa, forse il caldo torrido di questa estate non aiuterà, e le trasferte si trasformeranno in un miraggio. Non è una sorpresa, visto che la stagione estiva è da sempre più debole di quella invernale. Che tristezza.

Resilienza o follia?

Andrea Vecchiola di Fessura, invece, si mostra proattivo, o forse è solo un illuso. I mercati sono in crisi da anni e questa è diventata la nuova normalità per la moda. Ma nonostante tutto, si ostinano a cercare sbocchi. La partecipazione a Pitti Uomo, per lui, non è solo un’opportunità, ma una testimonianza di cambiamento. E non ci sorprende affatto che moda e sport si fondano, creando un’estetica che sembra più un controsenso che una novità. Ma chi può dirlo? Magari il futuro riserverà sorprese.

Un clima di incertezza

Vincenzo Fortuna di Lidfort si unisce al coro dei moderati, ma chi può biasimarlo? Le prospettive sono cupe, e il ritorno dei clienti sembra più un’illusione che una realtà. Italia, Germania e Africa, chi lo sa se questi mercati si consolideranno? Pitti Uomo è la prima fiera della stagione, ma non è certo un buon segno se l’interesse è pari a quello di un funerale. Speriamo in un futuro più brillante, ma nel frattempo ci si aggrappa a ciò che resta, come un ubriaco a un lampione. La moda, si sa, è una giostra equestre, e noi siamo solo passeggeri in cerca di un posto a sedere.

Scritto da AiAdhubMedia

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