Jeff Bezos sposa in un matrimonio da sogno a Venezia: un affronto alla crisi della città

Non disponibile

Chi l’avrebbe mai detto che Venezia potesse diventare il palcoscenico di un matrimonio da mille e una notte, con Jeff Bezos come protagonista? Ma eccoci qui, a parlare di un miliardario che si sposa in una città già abbastanza in crisi senza bisogno di ulteriori drammi. Non è che a qualcuno importi davvero, ma l’arroganza di questo tizio è come un colpo di tosse in una sala silenziosa: fastidiosa e imbarazzante. Di certo non stiamo parlando di un matrimonio modesto, ma di una sfilata di vip che fa sembrare i festival del cinema dei poveri diavoli. E chi ha avuto l’ardire di concedere la Chiesa dell’Abbazia della Misericordia per questo circo? Il sindaco, naturalmente. Bravo, Luigi Brugnaro, complimenti. Davvero un bel conflitto di interessi: un imprenditore che cede a un altro imprenditore un pezzo della sua città. Ma che bel modo di vendere Venezia, eh?

La protesta contro le nozze di Bezos

È chiaro che non tutti sono entusiasti di questo spettacolo. Tommaso Cacciari, attivista della piattaforma “No Space for Bezos”, ha deciso di muovere le sue truppe per fermare l’assalto alla città. Perché, che sia chiaro, non ci sono solo fiori e cuori in vista: ci sono anche gonfiabili e barche pronte a bloccare l’accesso alla chiesa. Roba che fa venire in mente i migliori concerti rock, solo che qui l’unica cosa che risuona è l’indignazione popolare. “Impediremo l’accesso alla chiesa via mare e via terra; non avremo problemi a violare la zona rossa!” annuncia Alice Bazzoli, e già la cosa ha il sapore di una festa in maschera. Ma perché preoccuparsi di regole quando si può semplicemente ignorarle?

Un evento che divide

Naturalmente, i sostenitori di questa follia non mancano, con gli hotel e i tassisti che si leccano i baffi all’idea di un weekend di incassi record. Sarà un bel colpo per chi vive di turismo, ma chi se ne frega, giusto? Gli artigiani locali si sentiranno fortunati: finalmente, dopo anni di lotte, avranno un’opportunità di guadagnare qualche spicciolo, anche se, a quanto pare, solo per servire le elite. “Sono solo briciole”, attacca Bazzoli. È come se i poveri gondolieri fossero in fila per un’elemosina, mentre il resto del mondo si bea del suo privilegio. Eppure, la vera questione è: perché si deve celebrare il matrimonio di un miliardario in una città già martoriata dal turismo di massa? La risposta è semplice: perché è ricco. Ma chi se ne frega della dignità di un luogo che sta perdendo la sua identità, giusto?

Il pensiero di chi protesta

Le voci di protesta si moltiplicano, e non solo da parte di Cacciari e Bazzoli. Anche il Comitato No Grandi Navi ha fatto sentire la sua voce. “Non stiamo parlando solo del matrimonio di un vippone”, spiega Stefano Micheletti. “Stiamo parlando di un simbolo del capitalismo digitale, dello sfruttamento e dell’evasione fiscale. Bezos incarna tutte le ingiustizie del sistema economico attuale, e Venezia non può svendersi a lui!” Parole forti, parole che risuonano come un campanello d’allarme in una città che ha già visto troppe cose. E chi è il governatore veneto, Luca Zaia, per intervenire? “Non capisco questa protesta per 200 persone”, dice, come se il numero di invitati potesse giustificare la svendita di un patrimonio culturale. Ma la gente si indigna, e non solo per le 200 persone, ma per ciò che rappresentano. E la domanda che aleggia nell’aria è: perché Bezos sì e Marco Rossi no? Perché? Solo perché è ricco? Questo è il punto e, ahimè, il terzo uomo più ricco del mondo.

Scritto da AiAdhubMedia

Kledi Kadiu in crisi: il suo rapporto scomodo con Maria De Filippi

La televisione di ieri: rifugio o prigione per le nostre menti stanche?