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Il Mercato Crespi, situato in viale Monza a Milano, rappresenta un luogo emblematico della cultura e della comunità locale. Da quando Ciro, un giovane di quindici anni, ha iniziato a lavorarci nel 1975, il mercato ha subito notevoli trasformazioni, riflettendo i cambiamenti sociali ed economici della città. Oggi, il futuro di questo storico mercato è minacciato da dinamiche che potrebbero alterare il suo carattere unico.
Un cambiamento di gestione e le sue conseguenze
Nell’aprile scorso, il Comune ha ceduto il controllo di quindici mercati, incluso il Crespi, alla società So.ge.mi. Questo passaggio ha portato a una situazione di incertezza per i commercianti, che si sono trovati a ricevere una lettera di sfratto con scadenza al 31 dicembre senza preavviso. Ciro esprime la sua angoscia: “Se lascio questo luogo, perdo tutto ciò in cui ho investito negli anni. Non ho alternative. I miei clienti sono qui da generazioni.” Questa situazione ha suscitato preoccupazioni non solo tra i venditori, ma anche tra i clienti abituali e la comunità circostante.
Nel corso degli anni, il Mercato Crespi è diventato molto più di un semplice punto di vendita. È un luogo ibrido dove le relazioni si intrecciano e dove la comunità si riunisce. La sua storia, che risale al 1933, ne fa un bene culturale di Milano, contraddistinto da una vivace interazione sociale. Qui le persone non solo acquistano prodotti freschi, ma creano legami, condividono esperienze e costruiscono una rete di supporto reciproco.
La lotta per la salvaguardia del mercato
La notizia dello sfratto ha spinto i commercianti e i clienti a unirsi in un Comitato per difendere il Mercato Crespi. Questo gruppo si è formato in modo spontaneo, raccogliendo voci diverse che rappresentano l’anima del mercato. Il Comitato ha organizzato incontri pubblici per discutere dell’argomento e ha cercato di coinvolgere le istituzioni nella salvaguardia di questo spazio. “La nostra presenza qui è fondamentale per garantire che il mercato continui a servire la comunità”, afferma Davide, uno dei membri del Comitato.
Le preoccupazioni per il futuro
Il rischio è che il Mercato Crespi possa trasformarsi in un centro commerciale, sostituendo le piccole attività con grandi brand. “Non vogliamo che il nostro mercato diventi un luogo di consumo standardizzato”, afferma Paolo, un altro membro del Comitato. “Desideriamo mantenere un mercato fatto di piccole imprese, dove le persone sono al centro e non i profitti.” Questa posizione riflette una crescente preoccupazione per l’identità del mercato e il suo ruolo nella comunità.
Verso un nuovo modello di mercato
Nonostante le difficoltà, ci sono spunti di speranza. Recentemente, So.ge.mi ha concesso una proroga degli sfratti fino al 30 aprile, che potrebbe offrire il tempo necessario per avviare un dialogo costruttivo. I membri del Comitato stanno lavorando per proporre idee su come il Mercato Crespi possa evolversi senza perdere il suo carattere unico. “Vogliamo un tavolo di coprogettazione per discutere le future assegnazioni degli spazi e garantire che il mercato rimanga un luogo pubblico”, affermano.
Il Mercato Crespi è un esempio di come gli spazi pubblici possano diventare laboratori di socialità. È essenziale che queste esperienze non vengano sostituite da modelli commerciali che non rispettano le dinamiche locali. La lotta per il Mercato Crespi è, in definitiva, una lotta per la sua anima e il suo significato per la città di Milano.

