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Negli ultimi tempi, il dibattito sul spopolamento delle aree interne ha assunto toni accesi in Abruzzo. Una legge, la numero 32 del 2025, si proponeva di attrarre nuovi residenti nei piccoli comuni attraverso incentivi economici per le famiglie. Tuttavia, la realtà attuale mostra un quadro ben diverso, caratterizzato da mancanza di fondi e promesse non mantenute.
Una legge con buone intenzioni
Il provvedimento, fortemente voluto dal presidente Marco Marsilio, era stato presentato come una soluzione efficace per contrastare la denatalità e l’abbandono delle zone montane. Le misure previste includevano aiuti economici per le coppie che decidevano di avere figli e per coloro che si trasferivano in piccoli comuni. Tuttavia, le difficoltà finanziarie della sanità regionale hanno gravemente compromesso questa iniziativa, lasciando le famiglie in un limbo di attesa e incertezze.
I numeri della legge
Fino ad oggi, la legge ha portato a un incremento di 1.543 nuovi residenti nei comuni in via di spopolamento. Tuttavia, il fabbisogno per il 2025 è di circa 2,4 milioni di euro, cifra che non è stata ancora coperta. Le famiglie che hanno scelto di trasferirsi in queste aree si trovano ora ad attendere aiuti che sembrano non arrivare. Questo scenario ha suscitato l’indignazione di molti, tra cui il consigliere regionale del Partito Democratico, Sandro Mariani, che ha definito la situazione una presa in giro.
Le conseguenze del deficit sanitario
La carenza di fondi per la legge contro lo spopolamento rappresenta un riflesso di un problema più ampio: il deficit della sanità in Abruzzo. Mariani ha evidenziato che questa situazione non solo incide sulla legge stessa, ma mette a rischio anche altre voci di bilancio. La gravità della situazione aumenta considerando che le coppie che hanno ottenuto l’approvazione per i contributi si vedono ora negate le promesse fatte dalla Regione.
Un futuro incerto per i piccoli comuni
Nonostante le difficoltà, la legge ha comunque portato alcuni benefici. Sono state avviate 30 nuove attività economiche nei piccoli comuni e sono stati erogati oltre 918 assegni per i nuovi nati. Tuttavia, la prospettiva di un sostegno duraturo e concreto si sta rivelando un miraggio. Le famiglie sono incoraggiate a fare figli e a trasferirsi, ma si sentono tradite da un ente che non riesce a mantenere le proprie promesse.
Possibili sviluppi futuri
Mariani ha aperto la porta a una discussione sulla revisione della legge esistente, suggerendo che potrebbero essere necessarie migliorie per renderla più efficace. Tuttavia, le attuali difficoltà finanziarie non possono essere ignorate. I piccoli comuni, già provati da un drammatico calo demografico, necessitano di un supporto reale e tangibile per poter sperare in un futuro migliore.
La situazione attuale rappresenta una sfida significativa per la Regione Abruzzo, che deve affrontare il delicato tema dello spopolamento senza trascurare le esigenze essenziali dei suoi cittadini. Si auspica che le autorità trovino un modo per ristabilire la fiducia delle famiglie e garantire un futuro più luminoso per i piccoli comuni.

