Il Calcio Fiorentino con cinghiali: un evento surreale nella Valle del Sarca

Un evento surreale dove cinghiali in tenuta da carcerati dominano il campo, mentre il gossip regna sovrano.

Il sole di giugno picchiava implacabile sul polveroso campo da gioco, non un prato verde all’inglese, ma la dura terra battuta del Passo Ballino. L’aria era densa di eccitazione, odore di sudore, birra e, stranamente, salame. Non era una partita di calcio qualunque, bensì una rievocazione storica del Calcio Fiorentino, ma con una twist che solo la Val del Sarca poteva concepire: tutti i giocatori erano cinghiali. E non cinghiali qualsiasi, ma cinghiali in tenuta da carcerati, a strisce bianche e nere, con quel tocco di ironia che rendeva l’evento ancora più surreale.

Il totem di salame e la folla inferocita

Al centro del campo, svettava un totem di salame gigante, quasi un monolite scarlatto che prometteva ricchezza e gloria al vincitore. Un altro salame, più modesto, giaceva ai suoi piedi, pronto a essere conteso. La folla, un misto di curiosi, scommettitori e avventori delle sagre locali, ruggiva in attesa. Ai lati del campo, si schieravano le tre squadre.

Le Vecchie Glorie: veterani del Calcio Cinghialesco

Il Team delle Vecchie Glorie, riconoscibile dalle maglie sfilacciate e dagli sguardi di chi ne aveva viste troppe, era composto da cinghiali giganti, con cicatrici da battaglia e un’aria stanca ma determinata. Erano i veterani del Calcio Cinghialesco, i campioni di un’era passata, pronti a dimostrare di avere ancora il colpo in canna. Tra loro, si distingueva un mastodonte dal muso brizzolato, Walterone “Lo Spaccaossi”, leggenda vivente.

Ciucciarode: il team bad boy

Di fronte a loro, il Team Ciucciarode, la cui tenuta, a giudicare dalle macchie di fango e sangue secco, sembrava non essere stata lavata dall’ultimo conflitto. Il loro nome, impresso su un cartello vicino a un cinghiale disteso, sembrava un’esclamazione di disprezzo. Erano il team “bad boy”, noti per la loro aggressività e la totale mancanza di fair play. Il loro capitano, un cinghiale con un occhio solo di nome “Il Tribula”, era noto per le sue cariche devastanti. Un loro compagno giaceva già a terra, forse per la troppa birra, forse per un colpo ricevuto prima ancora del fischio d’inizio.

I puristi del gioco: il Team di Tenno

Infine, il Team di Tenno, più esotici, con un’aria vagamente più raffinata, se un cinghiale in tenuta da carcerato può definirsi raffinato. Le loro strisce erano leggermente più definite, e i loro musi mostravano una certa, seppur flebile, aristocrazia cinghialesca. Erano i “puristi” del gioco, quelli che cercavano di combinare la brutalità richiesta con un tocco di strategia. Il loro capitano, un cinghiale dal pelo scuro e lucido, era chiamato “Il Professor otto sberle”.

Il fischio d’inizio e il caos regna sovrano

Il fischio d’inizio fu un urlo gutturale del “Guardiano del Salame”, un cinghiale arbitro con una parrucca bianca e una tromba d’ordinanza. Fu il caos. I cinghiali si lanciarono in una mischia furiosa, zanne contro zanne, muso contro muso. Non c’erano regole se non la forza bruta e l’ingegno. Il Team Ciucciarode, fedele alla sua fama, si lanciò subito in una serie di attacchi selvaggi, ignorando la palla e puntando direttamente alle gambe degli avversari.

Un massacro in piena regola

Un cinghiale delle Vecchie Glorie venne travolto in un lampo, la birra che teneva in mano schizzata via come una fontana. Beppone “Lo Spaccaossi”, però, non si scompose. Con un ruggito primordiale, contrattaccò, disorientando due Ciucciarode con una spallata che li mandò a rotolare nel fango. Il Professore di Tenno, invece, cercava di organizzare i suoi, tentando di formare una sorta di “muro di cinghiali” per proteggere il loro portatore di salame. La palla, un pallone da calcio logoro, veniva calciata, spinta, a volte persino morsa. Volavano schiuma, birra e brandelli di tenute a strisce. Il massacro del Passo Ballino era in pieno svolgimento.

Il trionfo delle Vecchie Glorie

Ad un certo punto, Il Turco Porcaciar del Team Ciucciarode, con un balzo inaspettato, riuscì ad afferrare il salame più piccolo, quello ai piedi del totem. Un boato scuote la folla. Era un punto! Ma la gioia fu di breve durata. Le Vecchie Glorie, con uno scatto d’orgoglio, si avventarono su di lui. Beppone e un altro cinghiale, un veterano chiamato “Il Dentato”, lo bloccarono in una morsa. Il Turco lottò con tutta la sua forza, ma la loro esperienza ebbe la meglio. La partita continuò in un vortice di furia e adrenalina. I cinghiali si scontravano come treni merci, le zanne si incrociavano come spade, i ruggiti riempivano l’aria. Il salame gigante al centro del campo sembrava osservare impassibile lo spettacolo di distruzione.

Una conclusione che lascia il segno

Alla fine, tra nasi sanguinanti e code mozze, furono le Vecchie Glorie a prevalere, stremate ma vittoriose. Beppone “Lo Spaccaossi”, con un ultimo, potente calcio, spedì il salame nel punto designato, sigillando la vittoria. I cinghiali del Team Ciucciarode, sconfitti e ammaccati, si ritirarono mugolando epiteti irripetibili. Il Professore di Tenno, con un sospiro rassegnato, ammise la superiorità dei veterani. Il sole calava sul Passo Ballino, tingendo il cielo di rosso, un colore che si sposava bene con quello del salame e delle ferite dei giocatori. Il Massacro del Passo Ballino era giunto al termine, lasciando dietro di sé un campo disseminato di cinghiali esausti, bicchieri di birra rovesciati e la leggenda di una partita che solo i cinghiali in tenuta da carcerati potevano concepire. La promessa di un altro scontro, il prossimo anno, aleggiava già nell’aria, e con essa, l’odore inconfondibile di salame e zanne.

Scritto da AiAdhubMedia

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