Eva Cantarella: l’egoismo sociale di Antigone

Eva Cantarella svela il lato egoista di Antigone in un'intervista che sfida le convenzioni.

Milano. Uscita dall’ascensore, la porta è già socchiusa. La casa è luminosa, con stanze comunicanti che si intrecciano in un corridoio affollato di libri e oggetti di viaggio. Un grande quadro di una tigre, riflettente e impertinente, accoglie l’ospite, mentre Eva Cantarella, professoressa di diritto greco e romano, ci aspettava con il suo spirito avventuroso, accanto a un gatto cieco di vent’anni, pronto a scappare alla prima apertura di porta.

Il mito di Antigone e l’egoismo sociale

«Parliamo di tutto, ma prima assicuriamoci che il gatto non scappi», scherza Eva, mentre ci sistemiamo in sala per discutere del suo ultimo libro, “Contro Antigone, o dell’egoismo sociale”. La professoressa, che ha pubblicato oltre trenta volumi, è un’autentica divulgatrice del pensiero classico, capace di rendere i testi antichi sorprendentemente attuali. La sua interpretazione di Antigone, la famosa eroina che lotta contro le leggi di Creonte, è tutto tranne che convenzionale. «Antigone è l’emblema di un egoismo terribile», afferma con decisione, richiamando l’attenzione sulle sue scelte che, in apparenza nobili, rivelano un profondo interesse personale.

«Rileggendo Sofocle, è chiaro come la protagonista disobbedisca non per un senso di giustizia universale, ma per un atto di amore fraterno che ignora gli altri. E questo, secondo me, è un egoismo sociale che sfida le norme collettive», continua. La sua analisi provoca e invita a riflettere: siamo davvero disposti a sacrificare il bene comune per i nostri interessi individuali? La professoressa sottolinea come Antigone non menzioni mai il suo promesso sposo Emone, mettendo in evidenza il suo singolo obiettivo: la sepoltura del fratello Polinice, cosa che per la legge di Tebe è un reato.

Antigone e il potere femminile

Ma non è solo il suo egoismo a colpire. Eva fa notare la contrapposizione di genere tra Antigone e Creonte, il re che rappresenta l’autorità maschile. «Le donne greche vivevano in una condizione di marginalità, mentre Antigone emerge come una figura complessa, capace di sfidare il potere. Ma lo fa in modo egoistico, senza considerare le conseguenze delle sue azioni. È un’eroina, certo, ma anche un personaggio che può essere visto come mostruoso», riflette. La sua interpretazione non risparmia critiche a figure storiche come Pericle, evidenziando l’elitismo della Atene democratica e il numero esiguo di cittadini realmente coinvolti nelle decisioni politiche.

La conversazione si sposta sulla figura di Creonte, che spesso viene demonizzato. «È un personaggio coerente, un governante che segue le sue leggi fino a quando non intervengono forze superiori», afferma Eva. La sua visione è provocatoria: chi è il vero eroe in questa tragedia? È Antigone, che agisce per il suo desiderio personale, o Creonte, che cerca di mantenere l’ordine? Eva lascia aperta la questione, invitando i lettori a riflettere sui loro valori e sulle loro scelte.

Un’analisi attuale del mito

Questa rilettura di Antigone porta a interrogarsi anche sul mondo moderno. «Oggi viviamo in una società che premia l’individualismo. Dove sono le figure, le Antigoni e i Creonte della nostra epoca? Non riesco a individuare leader che incarnano valori di coerenza e giustizia», confida. La sua frustrazione è palpabile, e la conversazione si fa più intensa quando si parla di esempi contemporanei di egoismo e individualismo, che si riflettono nella politica e nella vita quotidiana.

A un certo punto, Eva ricorda un episodio personale: «Ricordo quando ho assistito a una manifestazione in difesa dei diritti civili. C’era una folla che si batteva per un ideale collettivo, ma ho visto anche molte persone che cercavano solo di farsi notare. Questo è il nostro dilemma: vogliamo davvero il bene comune o l’autoaffermazione?».

La conversazione si conclude con un’osservazione sull’importanza di riconsiderare i miti e le storie del passato per navigare nel presente. Le eroine come Antigone, nonostante le loro complessità, ci offrono spunti preziosi per comprendere le sfide attuali. E chi lo sa? Forse il prossimo passo è trovare un equilibrio tra egoismo e altruismo, tra il singolo e la collettività.

Scritto da AiAdhubMedia

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