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Una volta si diceva che fosse «il stilista dei rapper», ma chi crederebbe a una tale sciocchezza? No, non è un stilista, bensì un stylist, ed è un mondo completamente diverso. La confusione è facile, ma il lavoro di chi si occupa di styling è ben più complesso: si tratta di assemblare look, scegliere brand e fare in modo che ogni artista appaia al meglio in ogni occasione. Questo è il pane quotidiano di Davide Turcati, noto anche come Il Turco, non per meriti legati alla moda, ma per il suo approccio spudorato e, diciamolo, un po’ provocatorio.
Dallo scantinato alla ribalta
In coppia con la sua collaboratrice, Caterina Michi, Turcati ha vestito alcune delle nuove leve della musica italiana. Recentemente, le ha date una mano a prepararsi per il palcoscenico di Sanremo 2025, il che, ahimè, non è una cosa da poco. Il duo ha avuto tra le mani nomi come Geolier, Luchè e Mondo Marcio, per non parlare di Federica Abbate e Mr Rain. Ma come diavolo è iniziato tutto questo? Turcati racconta che è partito tutto per gioco. “Ho iniziato a curare i look di Coez per un video. Ero in un negozio, a fare shooting fotografici, e poi… boom! Mi sono ritrovato nel mondo dell’arte e della musica, a vestire i grandi”.
Il mondo dello styling: più che semplice moda
Ma non lasciatevi ingannare, il lavoro dello stylist non è solo mettere insieme vestiti. No, è molto di più. Si parla di identificare l’immagine giusta per ogni artista, vestendolo in modo che rispecchi non solo la sua personalità, ma anche il messaggio che vuole trasmettere. Turcati spiega: “Il moodboard è tutto. È la nostra arma segreta per tirare fuori il meglio dell’artista. Non è solo questione di vestiti, ma di creare un’immagine coerente con l’idea che si ha in mente”. E qui entra in gioco l’ego, quel maledetto ego che spesso si frappone tra il stylist e l’artista. Ma, come dice Turcati, “la persona più importante qui è l’artista, non io”.
Tra moda e messaggio
Ora, parliamo di Fabri Fibra, uno dei suoi collaboratori più celebri. Non è un caso se Turcati lo cita come esempio: “Vestirlo è una sfida. Non lo vedrei mai in un total look Gucci, non è lui!”. Qui si gioca la chiave della credibilità: ogni look deve essere non solo bello, ma autentico. Fabri, con il suo stile che affonda le radici nell’hip hop vero, è un esempio lampante di come l’immagine e il messaggio debbano allinearsi perfettamente. E che dire della seconda stagione di “Nuova scena”? Turcati promette che sarà ancora più bella della prima, con outfit personalizzati e un occhio attento alle tendenze. La moda non è solo un vestito, è un linguaggio, e lui parla fluentemente.
Insomma, il Turco non è qui solo per vestire i rapper. È qui per creare icone, mescolando il suo estro creativo con un pizzico di provocazione. E mentre il mondo della musica continua a evolversi, lui rimane al centro della scena, pronto a sfidare le convenzioni e a vestire i protagonisti di un’industria che, a volte, sembra non avere regole. Ma chi ha bisogno di regole quando si può semplicemente essere se stessi, giusto?