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Il dibattito sulla Superstrada Pedemontana Veneta (SPV) si riaccende, e questa volta con toni che non possono passare inosservati. Il consigliere regionale Andrea Zanoni ha sollevato domande cruciali riguardo ai costi sempre più insostenibili del progetto e ai suoi effetti sui servizi fondamentali per i cittadini. Già nel 2024, la Regione Veneto ha dovuto mettere sul piatto 50 milioni di euro per coprire il deficit del progetto, ma la cifra è destinata a salire a 60 milioni nel 2025. Cosa ci dicono questi numeri? È chiaro che c’è un serio problema di gestione e trasparenza che merita la nostra attenzione.
I costi che lievitano e la gestione finanziaria
Le parole di Zanoni non sono solo un grido d’allerta, ma mettono in luce una realtà che molti di noi percepiscono: l’operazione Pedemontana sta diventando un fardello finanziario insostenibile. I costi previsti per il mantenimento dell’opera hanno un impatto significativo sui budget regionali, costringendo inevitabilmente a sacrifici in altri settori. Il consigliere ha chiesto alla vicepresidente De Berti di rivelare pubblicamente quali servizi sono stati tagliati per far fronte a questa emergenza. È davvero giusto che i cittadini veneti siano all’oscuro dei veri costi delle scelte politiche? La trasparenza dovrebbe essere una priorità, e i veneti hanno il diritto di chiedere conto delle decisioni che influenzano la loro vita quotidiana.
In aggiunta, la situazione si complica ulteriormente con la mancanza di fondi per la sicurezza stradale: ben 278 sindaci veneti si trovano senza le risorse necessarie per finanziare i loro progetti, con un buco di 90 milioni di euro previsto per il 2025. Che paradosso, non trovi? Da un lato, si investe in infrastrutture come la Pedemontana, dall’altro si trascurano investimenti essenziali per garantire la sicurezza dei cittadini. Come possiamo tollerare una simile contraddizione?
Critiche e responsabilità politiche
Zanoni non si limita a segnalare i costi, ma critica anche la gestione politica della situazione. Per lui, la Pedemontana non rappresenta un asse strategico per il futuro della regione, ma piuttosto una “voragine finanziaria” che sta divorando risorse pubbliche preziose. Le sue parole non lasciano spazio a fraintendimenti: chi ha governato la Regione ha delle responsabilità. È tempo di un’operazione verità che faccia luce sulle scelte fatte e sulle loro conseguenze. Chi investe in infrastrutture deve essere pronto a rendere conto dei propri atti.
Le critiche a De Berti si intensificano, suggerendo che piuttosto che dedicarsi a questioni personali, sarebbe ora di concentrarsi sulla salvaguardia dei conti pubblici. È un approccio provocatorio, certo, ma che solleva interrogativi legittimi sulla preparazione e l’efficacia della gestione attuale. I cittadini meritano una governance che non solo prometta, ma che anche mantenga.
Il diritto alla trasparenza per i cittadini
Il messaggio finale di Zanoni è chiaro e diretto: i veneti hanno il diritto di sapere quali servizi sono stati sacrificati per affrontare la crisi causata dalla Pedemontana. La trasparenza non è solo un valore, è una necessità in qualsiasi amministrazione pubblica. Richiedere che vengano resi noti i dettagli finanziari è un passo necessario per ristabilire la fiducia tra istituzioni e cittadini. La situazione attuale offre un’opportunità unica per rivedere le priorità politiche e finanziarie della Regione, con l’obiettivo di garantire che le risorse siano allocate in modo tale da migliorare realmente la vita quotidiana dei veneti. Non è forse questo ciò che tutti desideriamo?

