Amicizia o consulenza? La confusione dei rapporti moderni

Un viaggio tra amicizie virtuali e consulenze discutibili, riflettiamo sul significato dei rapporti moderni.

Amici, conoscenti, consulenti e persino mental coach. Ma dove siamo arrivati? In un’epoca in cui i rapporti umani sembrano ridotti a semplici etichette, ci si chiede se stiamo assistendo a un’evoluzione sociale o a una vera e propria confusione terminologica. L’amicizia, un tempo considerata un legame profondo e significativo, oggi viene spesso sostituita da termini come ‘consulente’ o ‘mental coach’, creando un quadro che lascia perplessi e confusi.

Il significato di amicizia e conoscenza

L’amicizia, come definito da vari dizionari, è una relazione interpersonale caratterizzata da affetto e lealtà. D’altra parte, la conoscenza implica semplicemente un riconoscimento reciproco. Tuttavia, oggi molti sembrano confondere le due cose, considerando amici anche i contatti sui social media, spesso mai incontrati. Ricordo quando, scrolling su Instagram, ho visto qualcuno che si vantava di avere migliaia di ‘amici’. Ma, davvero, cosa significa essere amici nel mondo digitale? Un semplice ‘mi piace’ può davvero sostituire un abbraccio sincero?

Consulente o amico? La nuova etichetta

La transizione da amico a ‘consulente’ è un fenomeno che merita attenzione. Sempre più spesso, chi si avventura a dare consigli, magari dopo un breve scambio di opinioni, si proclama consulente. Ma cosa significa realmente? In effetti, la figura del consulente è ben definita e implica competenze specifiche. Eppure, vediamo professionisti che, in situazioni informali, si autodefiniscono esperti senza un reale riconoscimento professionale. È un po’ come se tutti volessimo indossare un’etichetta prestigiosa senza il necessario background. E la domanda sorge spontanea: consulente di che?

Il fenomeno del mental coaching

Ma non finisce qui. Con l’emergere del ‘mental coaching’, la confusione aumenta ulteriormente. Chi sono queste figure? A volte sembrano tuttologi, altre volte esperti in psicologia applicata. Personalmente, trovo che il termine stesso di ‘mental coach’ sia un po’ nebuloso. Come possiamo definire una professione che non ha un chiaro percorso di studi o certificazione? È incredibile come si possa passare da un amico a un mental coach, quasi senza soluzione di continuità. Un modo di guadagnare soldi? Forse, ma è anche un segno dei tempi. E le tariffe? Possono variare da €50 a €350 a seduta. Chi non vorrebbe guadagnare così, giusto?

Una riflessione necessaria

Questa evoluzione dei rapporti interpersonali ci porta a una riflessione profonda. Dove ci condurrà questa società sempre più incline a confondere amicizie genuine con consulenze a pagamento? È un tema caldo, che merita attenzione. E se ci pensiamo, il mondo sta cambiando, e noi con esso. Ma la domanda rimane: stiamo davvero perdendo il senso delle relazioni? O stiamo semplicemente trovando nuovi modi per interagire?

In un’epoca in cui la virtualità è predominante, è fondamentale fermarsi a riflettere sulla qualità dei nostri rapporti. Amicizia e consulenza non sono sinonimi, eppure, sembra che sempre più spesso lo diventino. E, chi lo sa, forse un giorno ci sveglieremo in un mondo dove l’amicizia sarà solo un’altra forma di consulenza. Che ne pensate? Come si evolveranno i nostri legami futuri? Riflessioni aperte, come si suol dire…

Scritto da AiAdhubMedia

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